Cresce il turismo nei fari italiani

faro_capelrosso031015Complice anche la disponibilità dell’Agenzia del Demanio a renderli fruibili per utilizzi che non sono quelli per i quali furono edificati, in Italia sta fortemente crescendo la domanda di soggiorno per vacanze in alcuni dei 110 fari che sono distribuiti lungo le coste e nelle isole italiane: numeri ancora non troppo importanti, considerato che si tratta di poche strutture, ma comunque incoraggianti, considerando che i numeri sembrano essere destinati a crescere.

A titolo di esempio, si può ben ricordare come siano stati recentemente pubblicati i bandi di gara che dovrebbero disciplinare la concessione da 6 a 50 anni di 11 fari di proprietà dello Stato, 7 dei quali sono gestiti dal demanio stesso e 4 del ministero della Difesa, situati in Calabria, in Campania, in Puglia, in Sicilia e in Toscana.

Stando a quanto concerne la natura dei bandi, è previsto che la destinazione dei fari debba essere coerente con gli indirizzi e con le linee guida del progetto Valore Paese. Pertanto, i fari potranno ospitare iniziative e eventi di natura culturale, sociale, sportivo e per la scoperta del territorio, in aggiunta ad attività turistiche, ricettive, ristorative, ricreative, didattiche e promozionali.

Stando alle stime, le ricadute economiche positive sui territori è stimata in 20 milioni di euro, mentre l’impatto occupazionale è previsto in un centinaio di operatori economici, che a loro volta genereranno ulteriore impatto positivo sui dipendenti.

Così facendo, l’Italia cerca di porsi sulla buona strada percorsa con particolare positività da altre economie europee, che da diverso tempo hanno compreso il valore di questo particolare tipo di turismo, ancora di nicchia, ma in forte apprezzamento: la prima delle nazioni a noi più vicine è stata la Croazia, oggi leader in Europa in questo settore, ma altre nazioni offrono questa ricettività con grande qualità, dalla Gran Bretagna alla Scozia, passando per la Norvegia, per il Canada, per gli Stati Uniti e per l’Australia.

Insomma, un settore da non sottovalutare, e sul quale potrebbe essere opportuno riporre significativi investimenti proprio in questi anni, facendosi così trovare pronti nel momento in cui il flusso di turisti giungerà a completa maturazione.

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