L’estate sta per cominciare ufficialmente, ma per Confartigianato il 2016 potrebbe essere un anno molto deludente per il turismo nell’Abruzzo, tanto che la confederazione degli artigiani afferma che è in corso una vera e propria battuta d’arresto, con dati molto negativi. Per l’associazione, sta venendo meno la caratteristica di identità turistica del territorio abruzzese, trascinata al ribasso dalla franata della qualità e dei servizi proposti.
Già nel 2014, ricordava l’Enit, l’Abruzzo occupava il 18mo posto per arrivi e per presenze di turisti stranieri, con una contrazione del 7,7 per cento negli arrivi e dell’11,2 per cento del numero dei turisti stranieri. Una condizione particolarmente critica e ricca di valutazioni (negative), che pone l’Abruzzo in fondo alla classifica italiana, seguita solamente da Basilicata e Molise.
Eppure, sottolinea la stessa Confartigianato, i rammarichi sono davvero tanti. L’Abruzzo è infatti una regione che vanta mare e montagne davvero straordinarie, e che ha parchi nazioni, un patrimonio enogastronomico ricco e diversificato, paesaggi e località in grado di costituire utile base per qualsiasi tipologia di turismo, e tante altre attrazioni.
Stabilito quanto sopra, la confederazione lancia un vero e proprio appello, ricordando che in un contesto difficile come questo occorre spingere verso una maggiore unità di intenti. “Siamo sul punto di non ritorno” – ha dichiarato Luca Di Tecco, presidente di Confartigianato Abruzzo, segnalando come oggi sia necessario fare il possibile (e anche più – dichiara il presidente) per poter salvare il turismo e l’economia locale.
Tra i principali nodi ancora da sbrogliare, la sorte dell’Aeroporto d’Abruzzo, e il rischio di perdere Ryanair, un operatore low cost che fa viaggiare in Abruzzo (tra partenze e arrivi) oltre mezzo milione di persone l’anno, generando un fatturato di 800 mila euro al giorno.
Per quanto attiene le città più colpite, in cima a questa spiacevole classifica si trova Pescara, il cuore dell’economia abruzzese, falcidiata da inquinamento marino, scarsa disponibilità di informazioni turistiche e altri elementi pregiudizievoli che potrebbero condizionare non solamente la stagione attuale, quanto anche quelle future.
Insomma, per l’Abruzzo c’è tanto da fare per poter ritrovare le occasioni perdute e mettere a segno gli adeguati sfruttamenti di tutte le potenzialità di cui la regione è ricca.